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Incendio sul Vesuvio devasta l'ambiente

L'incendio del Vesuvio del 2018 senza dubbio danneggiò l'ambiente quando accadde, ma ecco degli approfondimenti su come vennero svolte le analisi, i metodi per prevenire i disastri ambientali ed i danni che continua a provocare al giorno d'oggi, tratti da un'intervista ai membri della classe 5° A agraria.



Domanda: Professore, la nostra scuola si trova al centro di una vostra area limitrofa al parco del Vesuvio. La classe 5° A si interessa dei problemi ambientali della zona?

Risposa: Certamente. Con vari approfondimenti ci siamo adoperati per analizzare alcuni problemi ambientali, tra cui quelli di un recente incendio che ha causato vari danni sia al paesaggio, sia al patrimonio boschivo, sia, naturalmente, alla salute degli abitanti ed al flusso turistico. Lascio la parola ad alcune diplomande…

D’Onofrio Miriana: Ci siamo occupati dei piani per la prevenzione degli incendi boschivi, in particolare della suddivisione delle competenze in merito alle azioni da mettere in campo dopo un incendio. Posso aggiungere che il recente incendio che ha colpito il parco del Vesuvio mi ha visto impegnata, con il mio gruppo di studio, ad approfondire il problema in relazione ai comuni della zona compresa tra Ercolano ed Ottaviano. Per esempio, voglio rimarcare l’inquinamento da fumi subito dalla zona, con danni anche alla salute dei residenti e dai percorsi turistici: non dimentichiamo poi, che i tronchi danneggiati che rimangono nel bosco dopo un evento del genere, subiscono danni biologici da parassiti che poi passano ad attaccare il legname di piante vive e sane. Il bosco era ricco di pini marittimi e pini da pineto con le diverse associazioni vegetali del sottobosco della “macchia mediterranea”; naturalmente anche la fauna è stata colpita per la distruzione dell’habitat. Quindi l’intera Biocenosi* della zone ha subito un grave colpo. Devo sottolineare che, per prevenire le azioni dolose, dopo un incendio occorre attendere dai cinque ai dieci anni per iniziare una nuova attività, anche il semplice ripristino del bosco, salvo diversa disposizione del ministero dell’ambiente.

Alfieri Rosalina: Esistono varie leggi per la prevenzione e la tutela del territorio, come esistono vari rimedi che possono essere utilizzati per prevenire il dissesto che può manifestarsi o aggravarsi dopo un incendio. Per esempio possono essere utilizzate forti reti metalliche da ancorare alla roccia per prevenire il distacco di materiale grossolano dai versanti collinari; in ogni caso si preferiscono interventi con materiale naturalmente presente sul territorio. Le tecniche che abbiamo appreso sono suggerite dall’ “Ingegneria Naturalistica”; abbiamo imparato a difendere il suolo con “palificate”, “fascinate”, pali e picchetti per difendere l’ambiente dal rischio frane.





Palificate che supportano una parete montuosa










PROF: Dobbiamo ricordare che la pericolosità degli incendi è tale da rendere necessario, per la normativa attuale, il coordinamento del Piano antincendi boschivi (P.A.B) da parte del Ministero dell’ambiente. Ciò vale saia per l’aspetto organizzativo generale, che per la titolarità che lo stato gli attribuisce per le azione persecutorie verso chi provoca gli incendi che, spesso, non sono spontanei. Per la normativa attuale chi causa un danno ambientale è obbligato al ripristino della situazione precedente e/o a intervenire per risarcire il danno causato. E’ stato già detto che il bosco/foresta non può essere utilizzato dopo l’incendio. A tal proposito dobbiamo ricordare che la nostra amata Italia è la capitale della Biodiversità a livello mondiale, grazie al suo Clima e agli aspetti microclimatici dovuto ai diversi ambienti naturali che c’appartengono. Passiamo la parola alla nostra altra diplomanda che parlerà delle “forme di governo” del bosco.

Caliendo Raffaella: Il gruppo di piante appartenente alle “angiosperme” arboree si presta all’allevamento a “ceppoia”, per cui, tagliato l’albero alla base, numerosi palloni spuntano per sostituire la pianta morta o abbattuta; invece, nel caso dei pini, che appartengono al gruppo delle “gimnosperme”, non c’è ricaccio di palloni, occorre, allora, estirpare la ceppoia per procedere a nuova piantagione, o attraverso semi o attraverso alberelli allevati in vivaio. Naturalmente, specie partendo dai semi –Pinoli-, lo sviluppo del bosco nuovo sarà molto lento. La legge prevede che le zone lasciate soggette a incendio non possono avere destinazione commerciale diversa rispetto a quella precedente per almeno quindici anni.

E’ vietata la realizzazione di: edifici, strutture ed infrastrutture per dieci anni; sono vietate per cinque anni le attività di rimboschimento ed ingegneria ambientale con risorse finanziare pubbliche, salvo autorizzazioni da parte del Ministero dell’ambiente, il quale, come già detto,si riserva la Titolarità dell’azione persecutorie per ottenere il risarcimento.



L'ANGOLO DELL'INFORMAZIONE


*La Biocenosi in ecologia indica la comunità delle specie di un ecosistema che vive in un determinato ambiente. La biocenosi è dunque un insieme di popolazioni di specie diversa che vivono in uno stesso ambiente naturale. Un esempio degli animali a cui ci si riferisce quando si parla della biocenosi del Vesuvio sono: Il coniglio selvatico, La donnola, il ghiro, lepre comune e la volpe.

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